
MITO E LEGGENDA DI UN PIATTO NOBILE
Pregiata, elegante, sontuosa. Queste sono i primi aggettivi che ci vengono in mente quando pensiamo al piatto che vi vogliamo raccontare oggi: l’Anatra all’arancia.
L’anatra all’arancia, entra a pieno diritto nella categoria delle portate da “grandi occasioni”, e subito ci evoca immagini di elaborate cene natalizie, lunghe tavolate, raffinati commensali e banchetti colorati
E questo non è affatto un caso, poiché le sue radici sono assai nobili. Contrariamente a quanto comunemente creduto, la sua origine non va ricercata nella cucina francese, ma in quella italiana del XV secolo, e più precisamente nel ducato dei De Medici.
Si narra infatti, che Caterina de’ Medici fosse particolarmente ghiotta di questo tipo di carne, che quindi non poteva mai mancare sulla sua tavola, e che per meglio conservarla i suoi cuochi avessero preso l’abitudine di marinarla a lungo dentro un abbondante succo di agrumi.
Fu poi proprio lei ad esportarla al di la delle Alpi, quando venne data in sposa ad Enrico II, futuro re di Francia, dopo aver preteso categoricamente che tutto il personale della sua cucina di corte raggiungesse il regno assieme a lei.
Ecco spiegato come il semplice “papero alla melarancia” del ducato fiorentino salì al rango di reale, divenendo così la famosa “canard à l’orange”, uno dei piatti più apprezzati e conosciuti della tradizione culinaria francese
Una combinazione di sapori nata quindi per caso, quella fra il gusto selvatico, sapido e deciso dell’anatra e quello delicato, fresco e zuccherino dell’arancia, che si rivelerà nobilmente iconica, come una sorta di gastronomica “Cenerentola” in salsa agrodolce.
Ma attenzione, perché tutta questo alone di signorilità non deve intimorirci. Basta seguire infatti pochi ma importantissimi passaggi, per ottenere una carne rosata e succulenta all’interno ma croccante e caramellata fuori, degna di qualsiasi ricevimento in stile Versailles..
E allora, che comincino le danze!
